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Ciao, stai per leggere una breve lettera aperta su cosa ci muove e cosa ci ha spinto a creare "io sono te". Questo è il nostro modo per iniziare una conversazione.

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Viviamo nell’epoca della “condivisione”, delle “reti social”, della connessione digitale ultra rapida tra persone da una parte all’altra del mondo. Eppure i dati dicono che non siamo mai stati così isolati, depressi, soli. Sopratutto tra i più giovani. Questa è una crisi globale che possiamo sentire anche sulla nostra pelle. Se non si tratta di noi stessi in prima persona, tutti noi abbiamo conoscenti, amici o familiari che stanno lottando con problemi come la depressione e la solitudine.

 

Per questo uno dei bisogni più importanti della nostra società oggi è costruire reti sociali forti, fatte di vero amore e vera amicizia.

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Pensiamo che l'unica cosa che ci manca davvero per costruire legami più forti sia l'occasione giusta per entrare in contatto. Sopratutto su un livello diverso dal solito. Nel nostro mondo vediamo sempre più vuoto, sempre più paura del diverso, dell'altro, sempre meno profondità. E invece abbiamo bisogno di momenti in cui rompiamo la barriera del superficiale. In cui ci diciamo cose che non ci diremmo altrimenti: “Se non fosse stato per te, quella volta io non ce l’avrei mai fatta.”  “Non ho mai sentito così tanto il bisogno di un abbraccio." “Non ve l’ho mai detto, ma sono orgogliosa di avervi come mamma e papà”.

 

Nella vita di tutti i giorni non ci diciamo mai cose come queste, e così finiamo a non dircele per tutta la vita.

 

I migliori momenti della nostra esperienza nascono dal contatto umano. Qualcuno pensa che lo abbiamo ormai perso. Ma non è così, abbiamo solo bisogno di trovare più occasioni perché quel contatto avvenga. 

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In un tentativo di creare il momento giusto abbiamo pensato a un'esperienza: "io sono te". Si tratta di un gioco di società in cui non ci sono tempi, punteggi, vinti o vincitori. Solo domande; e l’occasione giusta per prendersi un momento, nella nostra settimana, nel nostro mese, o nel nostro giorno, per guardarsi negli occhi e parlarsi. Farsi domande. Ricollegarsi con chi ci sta accanto. Uscire e conoscere una persona nuova.

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Raccoglie le domande che riguardano la nostra immagine e i nostri modi di fare, per scoprire come ci vedono le altre persone.

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Contiene domande che non osiamo quasi mai farci, quelle che ci fanno dire cosa proviamo, e che ci fanno creare un vero legame.

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Un modo per concludere la conversazione avvicinandoci, parlando dei nostri sogni e dei nostri desideri, e scoprire che in fondo non siamo così diversi.

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"io sono te" è nato nel 2020, in piena pandemia. Una sera a cena con mio papà. Lui mi ha proposto di giocare al “questionario di Proust”, una semplice lista di domande personali per conoscersi meglio che facevano alle feste già due secoli fa. Quella sera io e mio padre ci siamo detti cose che non ci eravamo mai detti. Ci siamo commossi e ci siamo abbracciati.

 

E così durante la notte ho pensato: ma davvero basta un gioco per creare un momento come questo?

Tu che cosa pensi? Di che cosa abbiamo bisogno per avvicinarci? 

Scrivici

Rispondi davvero!

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